14/09/2022

All the Beauty and the Bloodshed vince la 79. Mostra di Venezia

E alla fine il Leone d’oro lo vince un documentario All the Beauty and the Bloodshed sulla figura di Nan Goldin, una fotografa americana e sulla sua battaglia contro la famiglia Sackler, benefattrice dei più grandi musei del mondo ma anche proprietaria della società farmaceutica Purdue Pharma responsabile di dipendenza e vittime per un farmaco. Un film tra arte e militanza, con una precisa presa di posizione politica.

La regista è Laura Poitras (e per la terza volta consecutiva il Leone d’oro va ad una donna: un caso?) già autrice di opere su temi scottanti come quando nel 2006 ha realizzato My Country My Country sull’occupazione militare degli Stati Uniti in Iraq, che ottenne una nomination all’Oscar come miglior documentario. Da ricordare anche The Oath del 2010, storia di due uomini yemeniti in fuga dalla guerra. Poi nel 2014 dirige Citizenfour basato sullo scandalo spionistico della NSA che è stato denunciato da Edward Snowden e qui la regista vincerà l’Oscar come miglior documentario.

Un buon lavoro quello della Poitras, ma c’erano opere anche migliori, più apprezzate da critica e pubblico e che non sono state prese in considerazione dalla Giuria, che peraltro era alle prese con una selezione in concorso non esaltante, forse al di sotto delle aspettative.

È un peccato che la giuria non abbia tenuto conto di un film come Argentina, 1985 di Santiago Mitre di grande livello, sia tecnico che civile. Ma altri titoli sono apparsi desaparecidos dalla Giuria come The Whale di Darren Aronofsky o Athena di Roman Gavras o anche l’italiano Il signore delle formiche di Gianni Amelio. Meritava qualcosa di più anche The Banshees of Inisherin di Martin McDonagh che racconta una vicenda in una luminosa Irlanda con due grandi protagonisti, uno dei quali, Colin Farrell, è stato premiato con la Coppa Volpi come miglior attore. Ma perché lasciar fuori il suo contraltare nella vicenda, Brendan Gleeson, che lo meritava altrettanto?

Come spesso succede qualche film del concorso era al di sotto del livello medio e forse non meritava il concorso e qualche opera presentata nella sezione Orizzonti meritava, invece, il concorso. Ma alla 79. edizione della Mostra è tornato il glamour, è tornato il red carpet, ma soprattutto è tornato il sorriso senza mascherina. Questo è il risultato più importante.

Alessandro Cuk