22/10/2024

Marco di Aitor Arregi e Jon Garaño

Cosa significa vivere? Cosa significa fingere? E qual è il ruolo delle parole in tutto questo?
Marco, film diretto da Aitor Arregi e Jon Garaño, presentato nella sezione Orizzonti della scorsa Mostra del Cinema di Venezia, riflette su questi temi sfruttando la storia vera e allo stesso tempo falsa di Enric Marco.
Enric Marco, interpretato magnificamente dall’attore Eduard Fernández, ha costruito nel corso degli anni una storia fittizia, l’essere sopravvissuto all’Olocausto, che gli ha permesso di ottenere un successo tale da diventare il presidente dell’associazione dei testimoni e avere l’onore di presenziare all’anniversario dell’apertura del lager di Mauthausen insieme al premier Zapatero.

Una fitta rete di bugie tessuta durante i decenni del dopoguerra, alimentata ardentemente dalla pubblicazione di libri e dalle testimonianze tenute nelle scuole in cui venivano raccontati gli orrori vissuti nel campo di concentramento di Flossenbürg.
Campo di concentramento in cui Enric Marco non è mai stato.

La storia è ben diversa da quella paventata dal protagonista, una storia che lo vede volontario in Germania per lavorare nel settore bellico in seguito ad un accordo tra Hitler e Franco e non un coraggioso superstite della crudeltà nazista.
Il protagonista non solo tenta di coprire questa ignobile macchia per la quale non è mai stato punito, ma dà anche sfogo alle sue tendenze mitomane che lo hanno portato a creare una realtà alternativa di cui lui stesso non riesce più a definire i confini.

Nel 2005 arriva il momento della verità: in seguito a numerose ricerche, lo storico Benito Bermejo riesce a smascherare l’inganno di Marco portando alla luce la verità dietro le menzogne, il volto dietro la maschera.
L’impostore era riuscito con efficacia a comporre una narrazione che ha imbrogliato una nazione intera e gli spettatori stessi che, solo procedendo con la pellicola, scoprono la falsità delle parole di Marco.
Parole dall’esito lodevole, ovvero dare voce ai testimoni e ai sopravvissuti, che però non giustifica le azioni del protagonista, considerato ormai nient’altro che un bugiardo: una voce senza suono, un attore senza palco.

Linda Soligo