17/09/2024
Vittoria di Alessandro Cassigoli e Casey Kauffman
Jasmine è una donna sulla quarantina di Torre Annunziata, possiede un proprio salone di parrucchieria, ha al suo fianco un marito che la ama e con il quale ha avuto tre figli maschi. Sembra non mancarle nulla, tuttavia un sogno ricorrente la turba. Il padre, morto anni prima a causa dell'amianto dell'Ilva di Napoli-Bagnoli, si protende verso di lei affidandole in custodia una bambina. La bambina del sogno sembra tormentarla, da qui scaturisce il suo profondo desiderio di avere una figlia.
La figlia rappresenterà per lei quel tassello mancante che la separa dal senso di completezza e di reale felicità, motivo per il quale deciderà di buttarsi a capofitto nel difficile percorso dell’adozione internazionale, sebbene inizialmente non abbia il sostegno del marito né del resto della famiglia, agli occhi dei quali questo suo desiderio sembra essere solo una pazzia.
Un film intimistico che tocca le giuste corde nello spettatore, soprattutto in quanto dietro quella che potrebbe sembrare semplice finzione scenica in realtà si cela la vera storia di Marilena Amato e della sua famiglia. Il cast difatti è composto da coloro che quelle vicende le hanno vissute in prima persona, conferendo tinte più realistiche al racconto per una maggior resa sul piano emotivo.
L’idea nasce dall’incontro casuale dei registi con Marilena, durante le riprese di un altro film. Impossibile per i registi rimanere indifferenti davanti la toccante storia. Durante il racconto della donna, affermano, di aver capito immediatamente di poter farne un film, in modo da poter esplorare il difficile mondo delle adozioni, e restituire al pubblico spettatore il turbinio di emozioni provate dalla famiglia Scarica.
La bellezza della pellicola risiede infatti nella sua autenticità. Non vengono tralasciate le difficoltà, economiche ed emotive, che la lunga procedura dell’adozione comporta, per poi lanciare un messaggio di speranza, del trionfo dell’istinto sulla ragione, della ricerca di una più profonda felicità.
Cristina Di Maria