04/10/2024
Broken Rage di Takeshi Kitano
Qui il regista apre letteralmente il film con un apriscatole, svelando come la medesima trama possa essere letta ed agita in maniera diametralmente opposta e come tutti i piani si intersechino. E così se è vero che il cinema ha conquistato la realtà ecco che Kitano sembra voler vincere anche sul cinema divertendosi a celebrare il nonsense e a rivelarne i trucchi.
Ecco così che dalla violenta storia di gang si passa ad una sorta di comic movie dove il nostro agisce come una macchietta, all’interno di trovate surreali, come l’interrogatorio di polizia dove è il poliziotto a torturarsi anziché torturare. Il fatto di vedere l’azione di un uomo che rischia di infilzarsi con il coltello è però sufficiente a disorientare lo spettatore che assistendo alla violenza non può che esserne colpito.
Ed è qui che Kitano opera un ulteriore rovesciamento di senso, facendoci capire che è la novità del codice quello che ci colpisce più che l’azione in sé. Gli sms che compaiono al nero rappresentando i commenti del pubblico, come quello che afferma l’inserimento dei messaggi per allungarne il minutaggio, rappresentano una cifra ulteriore in questo teatro dell’assurdo.
Il film è troppo corto, non aderisce agli standard e di conseguenza non può andare in sala, quindi, deve essere allungato a qualsiasi costo, inoltre in sala le persone scambiano messaggi e anche questo deve entrare a far parte della proiezione. Kitano ci conquista ancora una volta facendoci partecipare insieme a lui al grande gioco del cinema.
Sarah Revoltella